La sfida di Med2Mod è utilizzare la cultura materiale per produrre una nuova narrazione che superi i modelli tradizionali. Med2Mod
Un progetto contenitore

la somma di tanti progetti

La nuova narrazione di una grande transizione

La sfida di Med2Mod è utilizzare la cultura materiale per produrre una nuova narrazione che superi da un lato le rigide barriere cronologiche della storia tradizionale, dall’altro la progressione lineare dall’evento più antico al più recente e dal contesto locale al quadro generale.

La nuova narrazione sarà quindi multiagente e avrà un fattore di scala variabile nel tempo e nello spazio per valorizzare al meglio il dato materiale nel contesto di riferimento.

Il nuovo approccio tiene conto degli sviluppi teoretici recenti e del progresso tecnologico senza perdere di vista l’esigenza di produrre non una sequenza di dati, ma una narrazione storica.

Questa sarà parziale, come lo sono le pur molteplici fonti che l’archeologia ha a disposizione e si confronterà sul tavolo del dibattito storiografico con i consolidati modelli storiografici.

L’apertura alle scienze dure e della terra, all’informatica e all’antropologia consentono un approccio multidisciplinare per contestualizzare l’Italia centromeridionale in un più ampio scenario globale che vide il Mediterraneo diventare progressivamente marginale.

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I luoghi della ricerca

Il progetto di ricognizione nel territorio di Briatico ha posto l'accento su una capillare diffusione dell'insediamento sparso fra XIV e XVIII secolo.

Il progetto di archeologia urbana a Grosseto ha messo in evidenza le grandi trasformazioni occorse alla fine del XVI secolo. Le ricerche sul territorio hanno puntato l'accento sul passaggio da una laguna salata ad una palude. Questo progetto viene ora arricchito con nuove metodologie e domande.

Il progetto di studio sulla città di Mileto antica si pone l'obiettivo di valutare le trasformazioni occorse nella più lunga diacronia con particolare attenzione alla formazione del tessuto urbano descritto nelle illustrazioni di XVII e XVIII secolo.

Il castello subì un lento abbandono fra il pieno XIV e i primi del XVI secolo. La presenza di ceramiche di pregio e di un torchio vinario mostrano la rifunzionalizzazione delle aree nell'ambito di un diverso sistema di gestione.

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